- Cortisone in dermatologia: quando è una malattia medica

Cortisone in dermatologia: quando è una malattia medica

Per tale motivo quando vengono utilizzati per lunghi periodi potrebbe essere consigliabile, soprattutto nei bambini più grandi, un gastroprotettore, un farmaco cioè che protegga lo stomaco. Gli antinfiammatori sono farmaci in grado di ridurre l’infiammazione (o flogosi), un processo difensivo complesso che si instaura in presenza di agenti patogeni e/o di un danno tissutale. I FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) sono tra i farmaci più comunemente utilizzati.

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  • I cortisonici possono inoltre interagire con altri farmaci o interferire con la loro azione.
  • Quattro volte più potente del cortisolo, il prednisolone è usato in dosi variabili; la dose da 5 mg è considerata il fabbisogno giornaliero nell’adulto.
  • Questo è necessario perché la somministrazione prolungata di corticosteroidi può portare a un’atrofia surrenalica e l’interruzione improvvisa può comportare insufficienza surrenalica e ipotensione.
  • In questa fase, di durata variabile  non prevedibile, si utilizzano gli impacchi solo umidi con la soluzione di Permanganato di potassio.

Poiché gli effetti collaterali per un uso prolungato possono essere pesanti, in genere meglio un trattamento forte per poco tempo che un trattamento a lungo termine. Quando questi farmaci vengono assunti anche per pochi giorni l’organismo si abitua e in caso di interruzione sviluppa una reazione. Ma il più noto e avvincente exploit del desametasone si è appalesato durante la pandemia COVID-19, laddove il farmaco ha dimostrato una importante riduzione di mortalità tra i pazienti intubati o in trattamento con ossigeno e una netta riduzione dei tempi di ventilazione. Tutto ciò in netta controtendenza rispetto a quanto – fino al 2020 – era ritenuto un principio intoccabile, ovvero la controindicazione all’utilizzo degli steroidi in pazienti affetti da infezioni virali.

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Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Tuttavia, va nuovamente ricordato che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. L’impiego dei farmaci DMT non può essere generalizzato, infatti la loro prescrivibilità è regolata dal Servizio Sanitario Nazionale, nota 65 dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Anche se, a oggi, non esistono terapie definitive che eliminino completamente la patologia, sono tuttavia disponibili numerosi trattamenti che – nella maggior parte dei casi – riducono l’incidenza e la severità degli attacchi della sclerosi multipla.

Aiutare i pazienti a superare il Rebound e la crisi d’astinenza deve essere un impegno del dermatologo quando  capisce che si tratta di dipendenza da cortisone considerando che  la Sindrome della pelle rossa può esplodere  da un momento all’altro. Il cortisone sistemico induce gli stessi effetti negativi sulla cute e sulla dermatite già citati per la somministrazione topica accelerando i tempi in cui essi si manifestano. La techifilassi è quel fenomeno, comune a tutte le droghe, per cui  per ottenere lo stesso effetto occorre aumentare la dose o la frequenza di applicazione del cortisone.

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Come visto in questo articolo, i cortisonici sono straadoperati poiché sono fondamentali per il controllo sintomatologico di molte patologie e, in alcune di esse, possono risultare salvavita. Infine, nelle patologie in cui sia possibile, è bene utilizzare le formulazioni topiche (pomate, spray inalatorii, collirii) in luogo di quelle sistemiche (pastiglie, iniezioni), in modo da minimizzare l’assorbimento nel torrente circolatorio e quindi gli effetti collaterali sistemici. Il cortisone, primo corticosteroide sintetizzato e utilizzato farmacologicamente, ha caratteristiche molto simili al cortisolo. Alcuni alimenti sono considerati antinfiammatori, ossia aiutano a ridurre l’infiammazione cronica e il dolore, tra questi gli acidi grassi Omega-3 del pesce, alcune noci e persino il cioccolato.

La terapia è di regola quotidiana, almeno fino al raggiungimento di dosaggi molto bassi. In fase di raggiunta remissione – spesso sostenuta dalla contemporanea assunzione di farmaci diversi, appartenenti alla classe dei DMARDS – si potrà tentare la posologia a giorni alterni prima della eventuale sospensione. Peraltro, lo schema posologico a giorni alterni usato fin dall’inizio sembra possibile soltanto con alcuni farmaci, per esempio il desametasone, grazie alla lunga emivita del farmaco.

Quando iniziare la terapia

Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. Continuate a leggere per saperne di più sul perché il prednisone può impedirvi di dormire bene. Inoltre, scoprirete come ridurre o eliminare gli effetti collaterali del prednisone come l’insonnia. Ci sono molti pregiudizi sull’utilizzo del cortisone come anti-infiammatorio in sostituzione ai FANS (per esempio ibuprofene, diclofenac ed altri).

Il cortisone fa male alla pelle?

L’idrocortisone (Colifoam®, Cortinal®, Flebocortid®, Foille insetti®, Lanacort®, Locoidon®, Mixotone®, Proctosedyl®, Proctosoll®, Sintotrat®, …) è un glucocorticoide ad azione rapida e di breve durata, usato nel trattamento dell’insufficienza delle ghiandole surrenali e di condizioni allergiche e infiammatorie. L’idrocortisone ha la stessa struttura chimica del cortisolo ed è quindi il più simile all’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali umane. È disponibile in numerose forme farmaceutiche, soprattutto ad azione locale (aerosol, colliri, gocce otologiche, preparazione rettali, …). Per via endovenosa, l’idrocortisone ha un ruolo fondamentale nella terapia acuta di gravi reazioni e shock di origine allergica.

Meglio evitare invece il cortisone per trattare la febbre, sebbene questo farmaco abbia una potente azione antipiretica. Inoltre chi assume a lungo cortisonici per via orale corre un maggior rischio di sviluppare diabete, pressione alta, osteoporosi, glaucoma e cataratta. I cortisonici che vengono inalati possono invece provocare la comparsa del mughetto nel cavo orale, mentre le iniezioni nelle articolazioni possono causare dolore e gonfiori. Infine, iniettati in vena i corticosteroidi possono invece lo stomaco o causare tachicardia, insonnia e cambi d’umore.

INTERAZIONE TRA CORTICOSTEROIDI E ALTRI FARMACI

Vengono prescritti come antidolorifici generici, come anti-flogistici (per diminuire l’infiammazione in patologie muscolo-scheletriche, nonché dopo interventi chirurgici) e come anti-piretici per ridurre la febbre. Il meccanismo d’azione dei FANS si basa sulla riduzione della sintesi delle prostaglandine, molecole coinvolte steroidi farmaci nell’infiammazione. I corticosteroidi (farmaci antiinfiammatori steroidei o cortisonici) possono essere usati per contrastare l’infiammazione cronica di muscoli, tendini o articolazioni associata a un trauma o per far fronte all’infiammazione associata a una reazione allergica o a una malattia autoimmune.